venerdì 6 agosto 2010

Via

Giornata strana. Di ovatta vestita, grigia e silenziosa. E' in giornate come questa, di sembianze tipicamente invernali e illuminate poco che i miei occhi solitamente stretti, a salvaguardarsi dalla luce, ritrovano vigore e si spalancano al mondo. Io vivo nel regno della perdizione, ove tutto è possibile, ogni incontro è una possibilità. Vivo in un grande carnevale, dove si possono trovare il nano gigante, la donna barbuta, l'elefante formica, il barista matto, l'amante tradita, la vedova allegra, la tabaccaia assassina, la sarta vampira, la troia filosofa e il vecchio bambino. Un carnevale perenne, bagnato dal mare, soffiato dai monti e baciato dal cielo. Sembra un bel posto a vederlo così, quasi invitante e un pò stuzzicante. Io, giullare di corte, ne percorro i binari ridendo a gran voce. Ma è tutta semplice apparenza. Sono maschere indossate ad arte in una grottesca rappresentazione della vita. Fuggite voi che potete, non avvicinatevi all'oro che luccica. La realtà è ben diversa da ciò che appare. La realtà è fatta di compartimenti stagni, di bolle trasparenti che chiudono ogni cosa. Di egoismo travestito, di buonismo ingannatore. Il nano non è un nano, la donna non ha la barba, il barista vorrebbe uccidervi, la sarta cucirvi la bocca. E' un regno dove l'amore, ha calzato la forma dell'inganno, dove il sesso è un'accessorio praticato per convenienza. Dove la mano, posata in testa per benedire la vostra fronte, in realtà chiede a gran voce... un pompino a sua maesta!
Fuggite via.. fuggite via...

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