venerdì 6 agosto 2010

15:00

A volte mi sento sopraffatto. Vinto dagli eventi, da me stesso. In balia del mare e del tempo inesorabilmente veloce... troppo veloce.

Oggi pensavo e penso ancora, a quanto sia strana la mente umana ma... soprattutto... a quanta paura riesca a contenere. Ogni volta che incrociamo qualcosa di diverso da noi stessi lungo il cammino, abbiamo paura. Il problema non sarebbe nemmeno tanto questo.  E' che sovente capita che cerchiamo di reinserire la diversità incontrata nei canoni prestabiliti che ci appartengono. Non solo, giudichiamo per giunta, qualsivoglia maniera diversa di osservare la vastità che ci circonda. E in ultimo, abbiamo uno strano istinto di redenzione. Sentiamo la necessità di redimere, riportare sulla retta via, guardare con compassione la pecorella smarrita... quella nera creatura, povera, che ha perso la luce divina.
Assurdo. Intollerabile.
Quanta presunzione nei nostri modi di agire e interpretare. Presunzione di essere a conoscenza della giusta via, di essere a conoscenza dei misteri dell'universo. Re senza corona e senza titolo seduti su un trono di escrementi. Integri moralisti, crudeli detentori della bontà divina, spacciatori di nefandezze travestite da dolci prelibati. Puttanieri incalliti che sputano nel piatto in cui mangiano, senza ammettere nemmeno a se stessi, le proprie debolezze.
Tutto questo mi è intollerabile, eppure a tutti capita di esserne vittime se pur in piccola parte.
Vorrei poter combattere, vorrei urlare... ma sono un Don Chisciotte senza nemmeno Sancho Panza... e sono stanco, sono molto stanco...

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