venerdì 20 agosto 2010

Natura veritas

La natura è qualcosa di struggente. Quando ti trovi di fronte alla sua manifestazione, altro non ti resta che contemplarla nella sua perfezione, nella sua imponenza. Altro non ti resta se non contemplare la tua piccolezza. Nella sua semplicità la natura è autosufficiente, non ha certo bisogno del nostro aiuto per sopravvivere. Ma è vero il contrario forse, noi abbiamo bisogno di lei. Mi sono ritrovato a pensare a come stupidamente, il genere umano, passi la maggior parte del tempo nel tentativo di assecondare la natura alle proprie "esigenze". Come poi si possano determinare le proprie esigenze non conoscendosi rimane un mistero per me. Ma cosa ben più folle è addirittura la volontà di piegarla ai propri bisogni. Invece di cercare una collaborazione, uno scambio, non dico paritario ma che almeno vi somigli, l'uomo sente il bisogno di piegare al suo volere la natura ma non solo. E' una caratteristica che continuo a riscontrare anche nei rapporti fra persone, in tanti frangenti diversi fra loro. Ho paura, molta paura. Perchè se è vero che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria, mi chiedo cosa succederà quando questa regola sarà messa in atto. Penso alle grandi rivoluzioni, gli uomini per quanto abituati a piegarsi prima o poi sentono nascere un moto di ribellione alla loro condizione. Cosa succederà quando anche la natura sentirà questo moto? Perchè la natura, come il mondo intero sono un essere vivente, e credo non ci voglia un genio per capire che prima o poi ci sarà una reazione. Forse è già in corso una reazione. Ho passato questi giorni fra i boschi in silenzio. Ho ascoltato la voce silenziosa fra gli alberi attraversare il mio corpo. Era una voce diversa dal solito, più cupa, più dolorosa. Quanta poca attenzione riserviamo a ciò che non rappresenta il nostro ego o il nostro alterego. Troppo poca, a mio parere.

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