giovedì 23 giugno 2011

Mercy Street

Canzone da ascoltare su un piede solo, in equilibrio precario, sperando di cadere. Diversamente non ascoltatela.

http://youtu.be/JoVIU8nb2yY


4 Mesi

Quattro mesi si, giorno più giorno meno, poco importa. Dovuti al declino, è l'unica parola che riesco a masticare per descrivere la mia mancanza. Una mancanza fisica, virtuale, ma sopra ogni altra cosa una mancanza da me stesso. I primi due mesi sono stati concepiti come un avvertimento, e non posso far altro che inchinarmi difronte alla perfezione che la vita possiede in ogni sua piega, in ogni sua direzione. Come una gigantesca montagna russa, e il paragone mi piace per diversi motivi, di cui forse un giorno scriverò.
Poi la malattia, che ha occupato gli ultimi mesi della mia vita. Ancora meglio, li ha riempiti, ha riempito me stesso con la sua sostanza. Non credo di aver mai rischiato la morte in questi ultimi mesi, non lo credo no. Ma l'ho respirata a pieni polmoni. Ho succhiato l'abbandono con tutte le mie forze, mi ci sono aggrappato. Ho ascoltato il tempo scorrere, lento ed inesorabile. Mi sono abbandonato al suo ritmo e ho lasciato il mio corpo dormire cullato. Ho guardato la vita scivolare via da me, o anche solo allontanarsi di un passo e l'ho lasciata andare. Non ho cercato di fermarla, non mi sembrava giusto, sarebbe stato prepotente il tentativo. Mi sono detto... in fondo che importa. Che importanza ha. Nessuna.
Mi sono guardato molto in questi giorni. Guardo il mio corpo diverso da prima, senza più pienezza, quasi sgonfio provato dalla fatica sopportata.
E' stato facile scivolare, lasciarsi cadere. Ora, forse, il difficile sarà doversi arrampicare per tornare su. Che qualcosa mi ha fermato senza lasciarmi possibilità di proseguire.
Ma ho imparato molte cose, o forse me ne sono semplicemente ricordato.
Ad ogni modo, benritrovati. Se il destino vorrà ci rivedremo ancora, anche se infondo, che importanza ha.