venerdì 27 agosto 2010

Dopo la tempesta

Dopo ogni tempesta, come natura vuole, c'è sempre il ritorno al sereno. E fra i due scorre inesorabile quel tempo in cui ti senti piccolo e stupido. Nel quale ti penti di aver fatto o pensato certe cose, di essere stato vittima dell'istinto prepotente e selvaggio, dell'irrazionale movimento tellurico del vulcano che erutta ogni suo contenuto. Quel tempo in cui senti l'eco del brusio prima sommerso che ritorna a placarsi, e della pace consapevole che riguadagna la sua posizione di coperchio a pressione. Ma sono frammenti di vita entrambi e vale la pena viverli comunque, senza pentimenti. Non si può sempre dominare... dominarsi. Bisogna essere anche perdenti, vittime di se stessi, per potersi conoscere ancora e per ridimensionarsi a ciò che siamo. Bisogna lasciarsi ferire e leccare poi il sangue che cola, per non rischiare di farlo andare perso. Che ogni cosa, fa parte di noi.

giovedì 26 agosto 2010

Bolle

Una bolla di cristallo, arredata bene e confortevole. Siamo tante bolle di cristallo, ognuna diversa, ognuna bella a modo suo o brutta nella sua bellezza. Il cristallo filtra la luce, ripara gli occhi, nasconde i difetti più evidenti e lascia trasparire solo quelli che non ci metteranno in imbarazzo. Una prigione dorata, profumata, piacevole... le bolle di cristallo, quando ti accorgi di abitarle. E allora scalci, ti ribelli, tiri pugni ai mobili, fai sanguinare le pareti. Solo allora ti accorgi che è un cristallo particolare, morbido, gommoso. Non c'è modo di fuggire. Solo qualche boccata d'ossigeno spingendo fuori la testa prima che ti risucchi ancora dentro di se. Ci dev'essere un modo per rompere tutte queste maledette, bolle di cristallo. Ci dev'essere..

Sono nero

Rancoroso sputafuoco, oggi sono nero. Ho la lingua curva e maledetta, lo sguardo brutto che incenerisce. Sono nero oggi e odio, odio molto oggi.

lunedì 23 agosto 2010

Danza di morte viva

Tre rintocchi suona la campana.
Uno strano funerale questo. Si celebra la morte allegramente, come se nulla fosse andato perduto. Polvere siamo… polvere torneremo. Spirali che disegnano vita, vita che si muove vorticosamente, morte che danza in anfratti luminosi. Le note di un violino accompagnano l’anima in un cammino nuovo, sconosciuto agli sguardi umani che altro non possono se non tentare di afferrarlo con la mente.
Tre rintocchi suona la campana.
Gioite di questa morte signori, la ruota ha compiuto il suo giro e questo è bene. Gli ingranaggi funzionano ancora, battono il tempo, disegnano percorsi, si aprono e si chiudono al ritmo della vita. Gioite signori, che anche voi parteciperete a questa gioia sottile, nascosta eppur così evidente.
Tre rintocchi suona la campana.
Muore la carne, muoiono le vesti. Apparenza che si trasforma in essenza. Quanta vita contiene la morte? Cosa muore e cosa vive? Non è forse vero che il corpo che cede alla morte in realtà vive? Chi è morto oggi o cosa?

sabato 21 agosto 2010

Io

Solo nell'assenza si può trovare la verità. Solo nel tacere supremo, nell'annulamento totale di se stessi si può scorgere la vera natura. Quando non ci sono più desideri, non ci sono più piaceri, non ci sono più pensieri, non c'è più quello che crediano di essere. Solo allora e per brevi istanti possiamo avere visione di ciò che siamo davvero. Il resto è solo rappresentazione o manifestazione. Io non sono il mio corpo ma colui che lo fa muovere. Io non sono i miei pensieri, ma colui che li fa nascere. Io non sono e per questo esisto.

venerdì 20 agosto 2010

20:40

Sono passate di qui più di 100 persone? Mi fa strano pensare che qualcuno legga il mio nulla. E allo stesso tempo mi piacerebbe sapere chi è, sono molto curioso di natura. Per questo ho aggiunto una mini chat, praticamente un box dove inserire messaggi (sarò sincero, l'ho copiato o meglio ho preso spunto da mysecretdiary). Così se volete palesarvi potrete farlo... ma anche no, è ovvio.

Natura veritas

La natura è qualcosa di struggente. Quando ti trovi di fronte alla sua manifestazione, altro non ti resta che contemplarla nella sua perfezione, nella sua imponenza. Altro non ti resta se non contemplare la tua piccolezza. Nella sua semplicità la natura è autosufficiente, non ha certo bisogno del nostro aiuto per sopravvivere. Ma è vero il contrario forse, noi abbiamo bisogno di lei. Mi sono ritrovato a pensare a come stupidamente, il genere umano, passi la maggior parte del tempo nel tentativo di assecondare la natura alle proprie "esigenze". Come poi si possano determinare le proprie esigenze non conoscendosi rimane un mistero per me. Ma cosa ben più folle è addirittura la volontà di piegarla ai propri bisogni. Invece di cercare una collaborazione, uno scambio, non dico paritario ma che almeno vi somigli, l'uomo sente il bisogno di piegare al suo volere la natura ma non solo. E' una caratteristica che continuo a riscontrare anche nei rapporti fra persone, in tanti frangenti diversi fra loro. Ho paura, molta paura. Perchè se è vero che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria, mi chiedo cosa succederà quando questa regola sarà messa in atto. Penso alle grandi rivoluzioni, gli uomini per quanto abituati a piegarsi prima o poi sentono nascere un moto di ribellione alla loro condizione. Cosa succederà quando anche la natura sentirà questo moto? Perchè la natura, come il mondo intero sono un essere vivente, e credo non ci voglia un genio per capire che prima o poi ci sarà una reazione. Forse è già in corso una reazione. Ho passato questi giorni fra i boschi in silenzio. Ho ascoltato la voce silenziosa fra gli alberi attraversare il mio corpo. Era una voce diversa dal solito, più cupa, più dolorosa. Quanta poca attenzione riserviamo a ciò che non rappresenta il nostro ego o il nostro alterego. Troppo poca, a mio parere.

giovedì 12 agosto 2010

Notte di stelle

Ieri notte cadevano le stelle. In realtà cadono sempre e non sono nemmeno stelle, ma ci piace credere che sia così. Ci piace pensare che le stelle siano piene di poesia e cariche di desideri che possano esaudire. In fondo non c'è nulla di male. Io credo ancora che a natale giri in sella alla sua slitta Babbo Natale a distribuire i doni, e devo averlo fatto arrabbiare, perchè sono anni che sotto l'albero trovo solo la solta maglietta della salute accompagnata dalle mutande e i calzini abbinati. Le conservo tutte nel cassetto più in fondo quasi a monito non so nemmeno io di cosa. Eppure le stelle cadenti non esaudiscono desideri e Babbo Natale è probabilmente in pensione da millenni. Però credere è un atto che all'uomo risulta alquanto naturale. Come il suo opposto ovvero il non credere a niente. Ma insomma, ieri sera sono stato in spiaggia a guardare le stelle cadere. Credo di essere stato l'unico con gli occhi puntati al cielo ad aspettare. Intorno a me un'apoteosi di risate stonate, corpi seminudi a dimenarsi selvaggi, pance piene di cibo e alcool, ma soprattutto alcool. Si sentiva l'odore, si respirava mojito al posto dell'aria, anche se chiamare mojito quella brodaglia è una bestemmia bella e buona. Io non sono capace di stare in mezzo a tanta gente, non l'ho mai saputo fare. Per due motivi fondamentalmente. Mi piace avere l'attenzione su ciò che dico e su di me, e in quelle situazioni è difficile. E poi il mio cervello va come in tilt, perchè io amo osservare, amo scrutare le persone e carpire ogni cosa. E' come un riflesso involontario e capite bene che farlo in mezzo a centinaia di persone risulta molto dannoso. Non che sia particolarmente affezionato alla mia sanità mentale, sempre che esista, però!
Alla fine la serata è finita con me, isolato dal mondo intero a guardare le stelle, circondato da una folla ormai stanca che a malapena riusciva a guardarsi la punta dei piedi. Uscendo dalla spiaggia vedo uno carponi e gli faccio "Hai perso le chiavi?"e lui "No, il fegato" e io "E le stelle?" e lui "Quali stelle?" e io "Buonanotte". Una serata adorabilmente grottesca, mi sono divertito.

martedì 10 agosto 2010

9:56

Riceverò un regalo talmente grande che le lacrime già riempiono i miei occhi. Le asciugherò leccandole per non sprecarle e ricordarmi del loro sapore.

lunedì 9 agosto 2010

20:10

La vita è così piena di magia e di prodigi. Com'è possibile che pochi li riescano a vedere, com'è possibile non restare in silenzio a contemplarli?
Come si può restare indifferenti, chiusi nella propria aridità.

19:26

L'ultima volta nacqui in questi anni. Sono sempre stato troppo vecchio per il mio tempo e come in un canone inverso, avvicinandomi alla fine, resto sospeso fra passato e futuro camminando fra due specchi che non sanno riflettermi. Cos'è il presente in fondo?

sabato 7 agosto 2010

12:27

Mi sono messo a scrivere, ma non è il momento. E' inutile... sono sempre più convinto che quando non è il momento giusto bisogna lasciar perdere, non dipende da noi. Per quanto mi riguarda, soprattutto nella scrittura, ammesso che io sappia scrivere perchè ho forti dubbi a riguardo. Scrivo di getto solo quando sento... che lo devo fare. E' come se si aprisse un enorme passaggio a livello. Il suono della campanella in lontananza, le luci rosse che cominciano a lampeggiare avvisando tutti dell'imminente arrivo e poi wooooooooooom! Il treno passa veloce, lasciando dietro di se il vuoto, ancor più pesante di prima. E allora mi sveglio, e mi ritrovo immobile, ad aspettare un altro treno... e poi un altro ancora..

00:27

Ho chiesto ai numeri... e mi hanno risposto. Sarò stato capace di ascoltarli?

venerdì 6 agosto 2010

23:31

Amo questo poeta e questa è una buona sera, per un pò di poesia.

Fu là nei giardini dei salici che io e la mia amata ci incontrammo;
Ella passava là per i giardini con i suoi piccoli piedi di neve.
M'invitò a prendere amore così come veniva, come le foglie
crescono sull'albero;
Ma io, giovane e sciocco, non volli ubbidire al suo invito.
Fu in un campo sui bordi del fiume che io e la mia amata
ci arrestammo,
E lei posò la sua mano di neve sulla mia spalla inclinata.
M'invitò a prendere la vita così come veniva, come l'erba
cresce sugli argini ;
Ma io ero giovane e sciocco, e ora son pieno di lacrime.

W.B.Yeats

15:00

A volte mi sento sopraffatto. Vinto dagli eventi, da me stesso. In balia del mare e del tempo inesorabilmente veloce... troppo veloce.

Oggi pensavo e penso ancora, a quanto sia strana la mente umana ma... soprattutto... a quanta paura riesca a contenere. Ogni volta che incrociamo qualcosa di diverso da noi stessi lungo il cammino, abbiamo paura. Il problema non sarebbe nemmeno tanto questo.  E' che sovente capita che cerchiamo di reinserire la diversità incontrata nei canoni prestabiliti che ci appartengono. Non solo, giudichiamo per giunta, qualsivoglia maniera diversa di osservare la vastità che ci circonda. E in ultimo, abbiamo uno strano istinto di redenzione. Sentiamo la necessità di redimere, riportare sulla retta via, guardare con compassione la pecorella smarrita... quella nera creatura, povera, che ha perso la luce divina.
Assurdo. Intollerabile.
Quanta presunzione nei nostri modi di agire e interpretare. Presunzione di essere a conoscenza della giusta via, di essere a conoscenza dei misteri dell'universo. Re senza corona e senza titolo seduti su un trono di escrementi. Integri moralisti, crudeli detentori della bontà divina, spacciatori di nefandezze travestite da dolci prelibati. Puttanieri incalliti che sputano nel piatto in cui mangiano, senza ammettere nemmeno a se stessi, le proprie debolezze.
Tutto questo mi è intollerabile, eppure a tutti capita di esserne vittime se pur in piccola parte.
Vorrei poter combattere, vorrei urlare... ma sono un Don Chisciotte senza nemmeno Sancho Panza... e sono stanco, sono molto stanco...

Una donna che canta la morte...

e la morte che si lascia cantare.

Via

Giornata strana. Di ovatta vestita, grigia e silenziosa. E' in giornate come questa, di sembianze tipicamente invernali e illuminate poco che i miei occhi solitamente stretti, a salvaguardarsi dalla luce, ritrovano vigore e si spalancano al mondo. Io vivo nel regno della perdizione, ove tutto è possibile, ogni incontro è una possibilità. Vivo in un grande carnevale, dove si possono trovare il nano gigante, la donna barbuta, l'elefante formica, il barista matto, l'amante tradita, la vedova allegra, la tabaccaia assassina, la sarta vampira, la troia filosofa e il vecchio bambino. Un carnevale perenne, bagnato dal mare, soffiato dai monti e baciato dal cielo. Sembra un bel posto a vederlo così, quasi invitante e un pò stuzzicante. Io, giullare di corte, ne percorro i binari ridendo a gran voce. Ma è tutta semplice apparenza. Sono maschere indossate ad arte in una grottesca rappresentazione della vita. Fuggite voi che potete, non avvicinatevi all'oro che luccica. La realtà è ben diversa da ciò che appare. La realtà è fatta di compartimenti stagni, di bolle trasparenti che chiudono ogni cosa. Di egoismo travestito, di buonismo ingannatore. Il nano non è un nano, la donna non ha la barba, il barista vorrebbe uccidervi, la sarta cucirvi la bocca. E' un regno dove l'amore, ha calzato la forma dell'inganno, dove il sesso è un'accessorio praticato per convenienza. Dove la mano, posata in testa per benedire la vostra fronte, in realtà chiede a gran voce... un pompino a sua maesta!
Fuggite via.. fuggite via...

00:39

Trema la carne
di spasmi confusi
di bianche barriere
di neri pensieri

vestita di polvere
e seta straziata
gli occhi turbati
di fresca rugiada

un solo respiro
un solo sospiro
lasciato cadere
lasciato morire

la mano tesa
le gambe piegate
preghiera solenne
di grazia infinita

giovedì 5 agosto 2010

Eccolo

21,55

Sono fortunato. Un altro temporale è in arrivo, lo sento. Nel mio piccolo negozio, con la porta aperta, scorgo le luci del centro piccole e tremolanti inchinarsi di fronte al frastuono imminente. Un freddo pungente scortica i tessuti. Gente che corre per evitare l'incontro, ignobili e incoscienti codardi, nei loro vestiti a festa. Non sanno che è inutile ribellarsi, non comprendono che tutti i loro sforzi saranno vani. Invece di attendere, di andare incontro al destino lo rifuggono come la peste. Io starò qui a guardare. Contemplerò un silenzio che mi racconterà la vita. E brinderò a ciò che non comprendo, ma che fa parte di me. Brinderò ad una silfide e alla sua follia, saremo vicini, molto vicini...

13:00

Questa musica voglio ad accompagnare le lacrime di un cielo grigio e scuro e il suo canto. Sembra che anche a lui piaccia.

12:32

Si prepara un temporale coi fiocchi. Nuvole nere minacciose all'orizzonte. Profumo di acqua salina. Borbottii sempre più vicini ad annunciare la maestosità di tuoni e fulmini dirompenti. Alle prime gocce uscirò fuori in strada e mi lascerò bagnare dalle lacrime pungenti di pioggia. Adoro farlo. Io odio gli ombrelli.

mercoledì 4 agosto 2010

21:26

Sono notti che non dormo, e quando dormo sono preda di incubi o deliri. Gli occhi sono pesanti, rigati. Troppi pensieri come aghi a trafiggermi la fronte e il sangue a volte... scivolando copre la vista, in una nuvola rossa di oblio. Questa notte forse dormirò, o forse no. E' una bella notte in fondo... appare tale... e mi dispiacerebbe sprecarla.

Dulce

La bellezza, a mio parere non è affatto soggettiva. E' presente in misura diversa in ogni essere umano.
La bellezza nasce nella dissonanza, nell'imperfezione, nei particolari. La si possieda o no, non è possibile crearla o modificarla. Se ne può solo avere consapevolezza o meno e decidere se abbandonarsi ad essa. Inutile tentare di prenderne possesso e di modificarla a seconda del momento, del luogo. Esiste una bellezza universale, indomabile e aggressiva. Una bellezza che suscita lacrime con la stessa facilità di un sorriso. Una bellezza a cui si può solo... abbandonarsi senza pretese, lasciandosi riempire come il letto di un fiume in piena, soffocato fino alla morte. Che la morte in fondo cos'è se non vita?

10:55

Strano pensare che qualcuno, decida di pubblicare un mio scritto. Strano svegliarsi una mattina col pensiero di inviare a qualcuno ciò che scrivo. Strano incontrare personaggi immaginati, farsi reali nel regno di confine. Strano sentirsi a casa, quando una casa non esiste, se non le membra e il sangue dilaniati. Tutto è molto strano nella consapevolezza che tutto.. è giusto e perfetto.

http://www.mysecretdiary.it/

9:32

Vesto spesso con colori chiari. Ho occhi grandi di bambino, ingenui. Sono sopraffatto dallo stupore. Ma dentro sono nero di pece profonda, e se mi guardo non so chi sto guardando. Sono un mostro vestito a festa, schiacciato da una vita che sembra non calzare bene, anche se in realtà è quella che mi spetta.
Quando cammino... sono sempre due passi indietro... rispetto a me stesso.

lunedì 2 agosto 2010

Entusiasmo

Strana cosa l'entusiasmo. Mi capita di provarlo, quando comincia una nuova avventura, un nuovo viaggio, un nuovo amore. Quando insomma, qualcosa di insolito accade, o anche solo leggermente diverso dalla routine. Quando il fuoco che brucia dentro ha un impeto improvviso e ti ritrovi cullato da uno stato di grazia apparente, di leggerezza mista a preoccupazione, quasi a sussurrarti... ma si, forse è la volta buona, forse le mie speranze e le mie illusioni si stanno per concretizzare.
A volte è proprio così, più spesso è semplicemente un'illusione, una bolla di fumo che inesorabilmente di dissolve. Piuttosto prevedibile anche.
L'entusiasmo è pericoloso. Sappiamo bene di non poter diventare ma semplicemente essere... eppure a volte ci lasciamo ingannare da noi stessi, dai nostri desideri, dai pensieri.
Eppure... dovremmo sapere bene che noi non siamo né i nostri desideri, né ciò che pensiamo. Noi siamo qualcosa di diverso da ogni aspettativa. Cosa siamo? Chi siamo? Proprio non lo so... ma siamo bravissimi a ingannarci.

9:56

Qual'è la parte più "reale" della vita?
Quella illuminata dalla luce, oppure quella che resta nascosta nell'oscurità?
Io personalmente amo la penombra, la luce mi acceca, mi urta, fa male.

domenica 1 agosto 2010

8:53


 
 
Accadde così
che io persi memoria
di ciò che fui stato
e del tempo futuro

che il silenzio m'invase
brulicante dolore
accecante malinconia
di un tempo mai perso

che gli occhi sgranati
di stupore trafitti
ascoltando il fruscio
della carne velata

udirono il gemito
il singhiozzo impiccato
convulsione assoluta
di miele salace