giovedì 30 settembre 2010

Per sempre

E' una affermazione che ho sentito spesso e che mi è capitato di usare in passato. Mi ha sempre causato un certo fastidio. E' una frase piena di presunzione che rappresenta bene la bramosia di controllo e potere dell'uomo. E' una previsione alquanto azzardata e che non spetta a noi fare, non credo siamo nella condizione giusta. Come a poter fermare il tempo, le emozioni, la vita intera e chiuderla in un istante. Una illusione nel migliore dei casi, un inganno nel suo uso consapevole. Credo sia assurdo e delirante affermare che qualcosa sarà per sempre così. No.. non è possibile. E' possibile solo riconoscere uno stato momentaneo ed ipotizzarne la sua evoluzione, auspicare che sia simile a ciò che sul momento crediamo. Ma in ogni caso, sarà un perenne movimento mai uguale a se stesso e indipendente da qualsiasi nostra volontà, a meno che non riusciamo a muoverci armonicamente insieme. Ed anche in quel caso, sarà comunque diverso da quando abbiamo detto, per sempre..

Siren Song

domenica 26 settembre 2010

22:44

A volte la mia vita è così piena che se mi fermo un attimo mi sembra così vuota.
A volte la mia vita è così vuota che se mi fermo un attimo mi sembra così piena.
A volte la mia vita è così inaspettata che non sembra nemmeno la mia vita.
A volte vorrei vivere la vita di ogni persona che mi circonda.
A volte mi sembra di viverla.
A volte mi sembra solo, proprio come se fosse un sogno o un incubo e ho il dubbio che lo sia davvero.
A volte mi chiedo cosa sia la vita se non un idea, una immagine costruita.
Io non so cosa sia la vita.

sabato 18 settembre 2010

Non mi piace

Non mi piace dedicare canzoni a qualcuno di specifico, ma oggi è un giorno strano. Leggendo il blog di "Il soprammobile" mi è venuta in mente questa canzone, e allora la dedico a lei.

Ah... l'amore

L'amor non ha padrone e si dovrebbe fare attenzione nel nominarlo e nell'operare in suo nome. Come si può affermare di padroneggiare l'incontenibile? Come si può domare ciò che è indomabile ma soprattutto.. perchè? Un delitto si nasconde nella tentazione dell'uomo di non comprendere la natura delle cose ma renderla simile all'idea che di esse ha. Così l'amore si trasforma in convenzione, abitudine e malattia. Perchè come ogni manifestazione di energia, bisognerebbe non tentare di governarlo e di trattenerlo fingendo di conoscerne i meccanismi. Non si dovrebbe cercare di piegarlo alla nostra volontà perchè è impossibile un successo in questo senso. Basterebbe viverlo, è così semplice. L'amore non è di colore rosa e non è fatto solo di sorrisi, l'amore è tanto bello quanto terribile, l'amore crea così come distrugge nello spazio di un secondo. L'amore non si può decidere, come ogni energia si può solo lasciare che esso ci attraversi e faccia cadere dentro di noi i suoi germogli così che l'uomo possa diventarne il ricettacolo e si possa elevare ai piani superiori della sua esistenza. E non ha valore in base al tempo, che poi il tempo è solo un'altra convenzione. Si può amare più intensamente per un secondo piuttosto che per una vita intera. Tutto il resto è solo una rappresentazione teatrale poco rispettosa messa in atto per paura e per convenzione. Persino le mie parole sono pericolose per la loro propensione a identificare, seppur in minima parte, ciò che non può essere chiuso in un concetto.All'amor si può solo soccombere, e sarebbe già una grande vittoria.

Ritorno

Accadde così
che io persi memoria
di ciò che fui stato
e del tempo futuro

che il silenzio m'invase
brulicante dolore
accecante malinconia
di un tempo mai perso

che gli occhi sgranati
di stupore trafitti
ascoltando il fruscio
della carne velata

udirono il gemito
il singhiozzo impiccato
convulsione assoluta
di miele salace

venerdì 17 settembre 2010

11:07

Sull'orlo di un precipizio. Con le scarpe da equilibrista consumate da anni e anni di precario equilibrio. Cadere è come morire, morire è necessario per poter vivere ancora, un passaggio obbligato. Le gambe mi tremano e il tempo è dilatato. Sono stanco e non ho più voglia di resistere a tutto. Forse non l'ho mai avuta. Ma sono sempre stato forte nei momenti di debolezza. Questa volta è diverso, questa volta non so trovare e non voglio cercare, questa volta ho solo voglia di abbandonarmi. E nell'abbandono forse, troverò ancora, quella parte di me che non potrò mai conoscere ma che mi aiuta a stare sospeso.

lunedì 13 settembre 2010

18:38

Uno dovrebbe sapere cosa vuole a una certa età no? Dicono così, dicono sia necessario pianificare, organizzare, dominare il corso della propria esistenza per poter essere felici. Ma cos'è la felicità? Come si fa a stabilire delle priorità fra le cose che ti rendono felice e organizzarle in ordine di importanza per costruirci sopra un progetto di vita? Ma soprattutto non è riduttivo basarsi solo su ciò che ti rende felice? Io non sono proprio capace di farlo, non sono ordinato e non mi piace catalogare. Io non lo so cosa mi renderà felice domani, faccio fatica a saperlo oggi figurarsi. Le cose che mi rendevano felice ieri sono passate, e non mi renderanno felice domani. Non ho voglia di pensarci, ho voglia solo di stare a guardare, ma non è possibile no. Mi sento schiacciato e soffocato a volte, poi un momento dopo parto di slancio e con entusiasmo e poi di nuovo giù. Niente di che, passa subito. E' che penso molto, forse troppo, anche se non ci credo. Ho solo dubbi, nessuna risposta, anche quando devo fingere di averne in realtà non ne ho e non mi piace fingere. Sono un casino totale e forse il problema è che mi piace esserlo o mi illudo che sia così. Non so.

Come talk to me

sabato 11 settembre 2010

Bibbiano - Toscana

Mi ritrovo in mezzo alle più svariate e variopinte forme di umanità possibile. E non posso fare a meno di pensare che sia tutta una questione di sensibilità diverse. Un diverso e sensibile modo di adattarsi ai propri disagi, allo stupore di ritrovarsi in un mondo che non rispecchia nessuno di noi eppure rispecchia tutti. C'è qualcosa di sotterraneo, di non detto. Forse è proprio una questione di comunicazione interrotta. L'incapacità di comunicare con tutti e la necessità di dividersi in piccoli gruppi somiglianti. Il risultato non può essere che un "non riconoscersi" quando invece si è tutti uguali. Forse bisognerebbe non fermarsi alle diversità apparenti ma distruggerle per ritrovare quella profondità che ci rende simili e poi uguali. Forse..

venerdì 10 settembre 2010

Avvicinati a me

Tre passi silenziosi ci separano ancora.
E tu senti il mio odore vicino. L'odore del corpo e del desiderio ramingo. I tuoi occhi altro non vedono che il nero dei drappi di seta. Nero il tuo cuore, nera quell'anima che per una volta, si spoglia del corpo e rimane in attesa. Le mani legate, i piedi ancorati. Il ritmo serrato del tuo respiro.

Due passi silenziosi ci separano ancora.
E tu senti il mio calore farsi più forte. Lambire la pelle tua nuda elegante. Le mani tese toccare il tuo corpo, disteso prono ad offrirmi riparo. Un brivido forte salire la schiena. L'attesa brutale di un tocco più forte a schiacciare la carne, a succhiarne i suoi frutti.

Un passo silenzioso ci separa ancora.
E finalmente la lingua si infila veloce, a bagnare la pelle arsa dal buio. I piedi si tendono a farsi mangiare, le gambe si stringono per trattenere, la schiena si inarca a offrire il tuo ventre. Piccoli brividi e brevi scosse, annunciano la nascita fuggire alla morte.

Solo il silenzio ci separa ancora.
Il mio corpo sul tuo, inerme creatura, costretta dal buio e dalle catene. Il peso a schiacciarlo sulle lenzuola. I tuoi polsi son stretti nelle mie mani. I miei piedi accarezzano le tue caviglie. Il mio sesso si insinua fra le pieghe leggere, nella tua morbida rosa purpurea, grondante. Il mio petto sulla tua schiena aderisce perfetto. E tu ancora aspetti, sospesa ed immobile, che il tempo trascorra e liberi ogni tua forma. Che il tempo ti porti lo sfogo supremo, quell'urlo in equilibrio fra tripudio e dolore. Il respiro si affanna e si fa più veloce, i gemiti crescono in spasmi più intensi. Avvicino la bocca al tuo viso tirato ed apro le labbra feroce e affamato. Quell'ultimo respiro voglio succhiare appena prima che tu possa godere. Lo aspiro forte dalla tua bocca e brusco mi fermo per trattenerlo. Per rubarti il piacere e lasciarlo sospeso, per non farti godere ma solo intuire, cosa sarebbe stato se non mi fossi fermato. Per farti morire in gola quell'urlo, atteso e mai arrivato. E allora mi alzo e attendo felice, che il tuo dolore e il tuo tormento mi siano restituiti. Mi siedo di spalle contro quel muro e attendo che tu ti sia liberata. Che il tuo dolore trovi giustizia.

mercoledì 8 settembre 2010

Fine

Settimana toscano. Fra birra e perdizioni. Ne ho bisogno. Mancano solo pochi giorni. L'attesa è adorabile.

12:26

Guardo i tuoi tagli, le tue ferite, il solco profondo sulla pelle di velluto. Ogni goccia di sangue rubino, scivolando sottile, ha il rumore assordante della vita. L'odore selvaggio della carne lacerata mi apre, violenta le mie narici squarciandole in un protendersi senza tempo e volontà precisi. Fra il sospiro affannato di pensieri  amari osservo il dolore e la pace del tuo viso ad accoglierlo. Inquietudine di mille petali cullati dal vento. Così sospesa fra la morte e la rinascita il tuo volto impassibile e il tuo corpo nudo. Guardo i tuoi tagli, le tue ferite, il solco profondo sulla pelle di velluto, le ombre di porpora bruna della carne esposta. Apro la bocca, a prendere respiro. Apro la bocca che lentamente ondeggia verso quei gemiti di vita pulsante, passo la lingua ad assaggiarne il sapore, succhio vorace la tua carne grondante violentandone ogni strappo. Così, dentro di te, saprò chi eri e cosa diverrai.

venerdì 3 settembre 2010

Perduto fra carne e sangue

Mi piace sentirmi perso. Non trovare la via, la direzione giusta che non esiste mai. Mi piace aspettare che sia lei a trovare me. Così posso lasciarmi cadere nel profondo, nella perversione di carne e sangue che inghiotte ogni mio senso. Posso lasciarmi purificare da questo delirio di sensazioni carnali e così divinamente crude ad occhi chiusi. E riaprirli poi su me stesso, sulla luce che prima puntino ora si mostra più forte e tremolante ed io la fisso.