giovedì 1 settembre 2011

12:22

Vediamo chi riconosce il pianista... ricchi premi e cotillons!
Oggi va così, sono allegro per nulla.

martedì 30 agosto 2011

16.38

Ho timore delle mie risposte, sono meschine e ingannatrici.
Affronto le mie risposte a petto d'acquila, fiero e prepotente.
Non ho mai vinto contro le mie risposte e sospetto che loro non mi abbiano mai considerato in gara.
In fondo non sono  così buono, è che a volte mi illudo di esserlo e di non godere della mia atrocità.

martedì 12 luglio 2011

Possibile?

Che bisogno c'è?

E' un pò che mi frullano in testa queste parole.

Che bisogno c'è?

Non lo so, e se non ci fosse bisogno? In fondo è possibile.

giovedì 23 giugno 2011

Mercy Street

Canzone da ascoltare su un piede solo, in equilibrio precario, sperando di cadere. Diversamente non ascoltatela.

http://youtu.be/JoVIU8nb2yY


4 Mesi

Quattro mesi si, giorno più giorno meno, poco importa. Dovuti al declino, è l'unica parola che riesco a masticare per descrivere la mia mancanza. Una mancanza fisica, virtuale, ma sopra ogni altra cosa una mancanza da me stesso. I primi due mesi sono stati concepiti come un avvertimento, e non posso far altro che inchinarmi difronte alla perfezione che la vita possiede in ogni sua piega, in ogni sua direzione. Come una gigantesca montagna russa, e il paragone mi piace per diversi motivi, di cui forse un giorno scriverò.
Poi la malattia, che ha occupato gli ultimi mesi della mia vita. Ancora meglio, li ha riempiti, ha riempito me stesso con la sua sostanza. Non credo di aver mai rischiato la morte in questi ultimi mesi, non lo credo no. Ma l'ho respirata a pieni polmoni. Ho succhiato l'abbandono con tutte le mie forze, mi ci sono aggrappato. Ho ascoltato il tempo scorrere, lento ed inesorabile. Mi sono abbandonato al suo ritmo e ho lasciato il mio corpo dormire cullato. Ho guardato la vita scivolare via da me, o anche solo allontanarsi di un passo e l'ho lasciata andare. Non ho cercato di fermarla, non mi sembrava giusto, sarebbe stato prepotente il tentativo. Mi sono detto... in fondo che importa. Che importanza ha. Nessuna.
Mi sono guardato molto in questi giorni. Guardo il mio corpo diverso da prima, senza più pienezza, quasi sgonfio provato dalla fatica sopportata.
E' stato facile scivolare, lasciarsi cadere. Ora, forse, il difficile sarà doversi arrampicare per tornare su. Che qualcosa mi ha fermato senza lasciarmi possibilità di proseguire.
Ma ho imparato molte cose, o forse me ne sono semplicemente ricordato.
Ad ogni modo, benritrovati. Se il destino vorrà ci rivedremo ancora, anche se infondo, che importanza ha.

lunedì 31 gennaio 2011

2:26

Non sono capace di considerare tutto. Mi sforzo di farlo perchè lo sento necessario in un certo senso. E' un errore, forse, che mi è già capitato di fare. Raramente, ma è già capitato. L'unico risultato che riesco ad ottenere è qualcosa di simile al panico, allo smarrimento. Ogni volta che provo a illudermi di poter mettere ordine in me stesso, di capire. Ogni volta irrimediabilmente tutto si sfalda, ogni cosa sembra fuggire via. Me compreso, fuggitivo di me stesso.
Più volte mi illudo di riuscire ad essere amalgamato a ciò che mi circonda, ma non è così. Più volte mi illudo di potermi mostrare, di saperlo fare, ma non è così. In bilico fra un passato che non riconosco ed un futuro che non mi appartiene. Avrei bisogno di qualcuno che in silenzio sapesse guardarmi. Di qualcuno da guardare come uno specchio che non riflette mai perfettamente colui che ci guarda dentro. Che scegliesse di farlo, perché come si può chiedere ad uno specchio di riflettere il nulla?
Il guaio è che io credo che tutto sia reale, ma la mente non può concepire tutta la realtà. C'è un limite, e forse non è possibile superarlo.
Intanto ho mal di schiena, e domani è il primo giorno di palestra.