martedì 26 febbraio 2019

Downside up

Sono un paio di notti che sogno. Mi capita ogni tanto ed ogni volta mi sveglio con un senso di inquietudine. Qual'è la parte giusta? Sono sogni complessi e lunghi, di cui non ricordo tutto ma non riguardano un avvenimento in particolare. E' come guardare da un oblò e vedere una specie di realtà parallela, rovesciata. Ci sono persone diverse da quelle della mia quotidianità, ma anche alcune di "questa parte". Solo che non sono identiche, so che sono loro ma si comportano diversamente, come avessero altra personalità. E come dicevo, non sogno accadimenti da smorfia, per cui giocare numeri. Piuttosto è come se spenta una luce se ne accendesse un'altra, un'altra vita che scorre nell'ombra di quella percepita. Mi ritrovo in luoghi sconosciuti e in situazioni diverse, quasi come fossi uno spettatore sollevato da terra, senza la percezione precisa di un corpo fisico. Come un fotogramma fuori sincrono, due passi indietro rispetto a dove sono, mi guardo di spalle. E se non riconosco quasi mai un momento preciso nell'entrare dall'altra parte, sempre mi accorgo del ritorno. Poco prima di svegliarmi penso "accidenti, proprio adesso." Vorrei continuare a sognare, vorrei scoprire di più, ma è come se ogni volta che mi sembra di cominciare a capire qualcosa puff.. ecco che tutto svanisce. E resta quella sensazione. Quell'inquietudine sottile. Quell'incertezza. Mi lavo la faccia con l'acqua fredda, mi guardo e al solito non mi riconosco. Dopo tanti anni che porto la stessa faccia dovrei poterlo fare credo. Come riconosco le persone che mi circondano. Come leggo nelle pieghe dei loro volti, nei solchi del tempo, nelle espressioni. E invece no. Non completamente. E se sposto leggermente lo sguardo oltre le spalle percepisco un altro me, fuori sincrono. Ma poi fingo di conoscermi, indosso quell'immagine e tutto ricomincia, almeno per un pò.

6 commenti:

  1. Al risveglio condivido con te quel senso del "volevo vedere come finiva il sogno". Mi chiedo se mai sono riuscita a farne concludere uno, sinceramente non mi ricordo.

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  2. Sono profondamente convinto che i miei sogni continuino per i fatti loro quando io mi sveglio. Bentrovata Icaro, una piroetta per te

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  3. Gli aborigeni credono che ciò che viviamo in sogno non sia meno reale di ciò che viviamo in stato di veglia.
    Applicare lo stesso criterio di comprensione per il sogno e la veglia forse non funziona.
    Forse i sogni, mal visti e mal compresi, si rintanano così che resta impresso nella nostra memoria solo ciò che siamo disposti a ricordare da svegli.
    Dico forse eh, ché non solo non sono aborigena, ma con gli aborogeni io non ci ho mai parlato.
    O forse in sogno si?

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  4. E' una bella domanda.
    Sarebbe interessante sapere come poter vedere e comprendere bene ciò che si osserva dall'altra parte. Gli aborigeni sono un popolo estremamente misterioso. C'è addirittura chi sostiene che siano capaci di una diversa forma di comunicazione, non verbale. Io non sono aborigeno e non ci ho mai parlato. O forse in sogno si? Apprezzo la delicatezza di questo dubbio. Una piroetta anche per te. Si è fatta ora di sognare.

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  5. Io spesso mi costruisco dei sogni che continuano anche per mesi. Poi mi stanco e ne inizio degli altri. E' chiaro che siano sogni ad occhi semi aperti ma mi è capitato più di una volta che fossero sogni fatti nel pieno della fase rem.
    Di sogni confusi ne faccio spesso anch'io.. e la cosa che siano reali quanto la vita che facciamo in intriga molto. Bisognerebbe parlare con questi aborigeni. Chi li chiama?

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  6. Li costruisci tu i sogni Cristina? Che grande dono. Intrigante. Proviamo a chiamare gli aborigeni, magari una piroetta spericolata funziona! Grazie Cristina

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