venerdì 11 gennaio 2013

2:49

Una tazza di The nero fumante mi solletica le narici. Odore di terra e mare si mescolano a quello della fatica e dell'ardire.

Vorrei assistere più spesso allo spettacolo di due guance che arrossiscono pudiche ed innocenti. E' una meraviglia sempre più rara da osservare, ma a volte capita, ed è allora che improvvisamente si risveglia la speranza in me sopita.

Vorrei incontrare meno presunzione. Dio solo sa quanto sia immondo presumere eppure... eppure è così facile cadere. Così frequente quest'abominio che annebbia la mente, ma che si piega così docilmente alla luce dell'amore da lasciarti indifeso e tremante come un bambino spaurito.

Vorrei che tutti capissero che la vera libertà è nella condivisione. Vorrei capirlo anche io. Capire che il mondo, noi tutti, siamo come un'immenso coro di voci dissonanti. E cosa succederebbe se un coro così immenso producesse un'unica nota insieme? Quale potenza si scatenerebbe?
Vorrei aver ragione.

Vorrei scrivere una nuova storia, un canone inverso e maldestro. Vorrei che Madame mi donasse ancora il suo supporto, la sua musica dolce ed incessante, il ritmo delle sue vene.

Vorrei addormentarmi senza quest'angoscia urgente, che preme la carne e solleva la pelle. Anche se in fondo non saprei fare a meno del suo canto corvino.

Vorrei non volere.

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