venerdì 25 gennaio 2013

...

Una musica. Ecco cos'è.
Un ritmo che nasce dal buio profondo, dal silenzio.
Lo capisci subito, fin dalle prime righe. Intuisci che c'è qualcosa di diverso dal solito. Qualcosa che silenziosamente ti parla ed è indipendente da ciò che stai leggendo.
Se ne distacca come un figlio dalla madre e del suo vagito ti fa subito dono.
E' allora che comincia a lacerarti la pelle.
Prima con piccole saette, come ad assaggiare il sapore del tuo sangue. Casualmente.
Poi con fendenti sempre più mirati, sempre più ritmici.
Incalzanti come tamburi dalla voce grossa e minacciosa.
Le vertigini a salire e capovolgere.
Ti toglie il respiro come il più degno degli orgasmi, con la stessa sua purezza.
Un orgasmo denso e malinconico, rabbioso e feroce.
Di fulgida bellezza e contemplato ardore.
E' allora che senza forze ti lasci cadere.
Perché non hai più via di scampo, manca il respiro, manca il sangue dalle vene.
E ti riconosci nudo, insieme alla tua inconsistenza, in tutta la meraviglia dell'orrore più scuro.
Tremano le gambe, si reclina il capo stordito all'indietro,
e finalmente puoi ascoltare il suo canto.
Una voce sottile, di candido tulle vestita
ma con la potenza dei lampi e dei tuoni riempita.

E' un viaggio.
E' un cantico.
Una preghiera.
Di miserie e miserabili.
Di meraviglie e luccicanti debolezze.
Di bambole rotte e donne meravigliosamente abbaglianti.
E' un fiume in piena che ti travolge e ti lascia muto.
Che solo il silenzio può esserne spettatore degno e desiderabile.
E' potenza allo stato puro e purezza potente.
E' dolce come il canto di una sirena sgraziata,
come l'urlo angosciante delle anime ritrovate.
E' un corpo nudo con le braccia al cielo.
E' vita e morte, e amore in tutta la sua forza distruttrice.
E' un cerchio, rotondo.
E' odore di pioggia e sangue raffermo.
E' un lampo che toglie dalle ossa la carne.

E' un libro.
Ed io l'ho amato dal primo momento in cui l'ho aperto.
Ho letto le prime righe. L'ho accarezzato.
Ho respirato forte l'odore di pesca e di agrumi. Di fumo denso.
E mi sono perso.
In silenzio.
Abbandonato a me stesso,
come di fronte ad uno specchio nudo.
In silenzio.

Céline




Spero mi vorrà perdonare Madame, per queste mie sconsiderate parole.

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