sabato 19 marzo 2016

5:54

L'odio, al pari dell'amore è un'onda che ti travolge.
E' parte di me, al pari dell'amore.
L'odio è un movimento, una musica corale.
C'è una sorta di equilibrio a regolarlo, un equilibrio precario certo,
ma pur sempre di equilibrio si parla.
Odio e amore, contrasto apparente, confine sottile.
Entrambi, attraversandomi, lasciano un vuoto incolmabile e sempre più grande.
Invecchiando comincio ad essere più attento, a non farmi travolgere da questo fiume
in piena, provo a cavalcarlo piuttosto. Ma come ogni fiera
che si rispetti, l'odio e l'amore tendono a non farsi dominare.
A volte ho paura, di me stesso, dei movimenti che mi trasportano.
E così mi ritrovo vinto, esausto ed in balia di me stesso.
In ultimo rimane solo la consapevolezza, ed è altrettanto pericolosa.

domenica 13 marzo 2016

12:31



Siamo figli del dolore.

Eppure passiamo la vita a fuggire da esso.



Liber

Non si può essere liberi se non si comprende di non esserlo affatto.
E' facile confondere la libertà con la possibilità.
E' possibile per noi fare qualcosa? Spesso si.
Ma il fare è davvero una manifestazione di libertà, o perlomeno può esserlo? Forse.
Credo sia necessario comprendere che liberi non siamo affato. La libertà deriva dalla conoscenza in buona parte, e noi che fatichiamo persino a conoscere noi stessi come possiamo ritenerci liberi?
Solo attraverso la consapevolezza si può intraprendere la strada della libertà, è l'unico modo, ed anche il più difficile.
Che in fondo liberi non saremo mai, non in questa vita.
Inesorabilmente vittime, della vita, delle nostre passione o delle nostre debolezze, del fato e degli inganni del nostro tempo.
Liberi solo di decidere come affrontare questa discesa infernale.
Guai, pensare anche solo per un istante di esserne dominatori e non dominati, che i confini sono stretti e mutevoli e tendono a schiacciare tutto ciò che resta fermo.

martedì 8 marzo 2016

Mi rileggo e Vi rileggo.
Mi mancate.
Tutti.
Qui dentro c'è una parte di me, e anche di voi.-
Avrei potuto cancellare tutto, ma non l'ho fatto, e ora forse capisco anche perché.
I miei pensieri a voi.
Tutti.
Mi mancate.

lunedì 7 marzo 2016

Lunedì 7 marzo 2016

Questo apparire a tutti i costi.
Questa necessità quasi spasmodica e col fiato corto di essere assolutamente qualcosa.
Mi annoia, la trovo vuota, inutile (pur essendo io sostenitore dell'inesistenza dell'inutile, sarà che semplicemente non la comprendo appieno).
Quanto tempo è passato?
Troppo, o forse troppo poco.
Già prima ero convinto di delirare, di parlare con i fantasmi e con le ombre.
Chissà oggi se ancora qualche cuore pulsante nella povere di queste stanze esiste ancora.
Ma in fondo cosa è mai importato, l'apparenza non mi appartiene, ho sempre gettato parole al vento per raccontarmi qualcosa e il fatto che qualche anima le abbia potute leggere è sempre stato per me fascinoso e miracoloso.
Bene.
Lunedì 7 marzo 2016.
Ore 13:52
Il nulla è pieno ed è ora di svuotarlo.